Testo originale (inglese)
their chequered cloths - the bill of fare chalked on a board - the spirit-lamps, the sweating slabs of butter? Were you served by a girl with a rosy cheek, and a saucy manner, and curls? That was my sister, Alice. Or was it a man, rather tall and stooping, with a snowy apron falling from the knot in his neck-tie to the bow in his boots? That was my father. Did you see, as the kitchen door swung to and fro, a lady stand frowning into the clouds of steam that rose from a pan of bubbling oyster soup, or a sizzling gridiron? That was my mother.
And was there at her side a slender, white-faced, unremarkable-looking girl, with the sleeves of her dress rolled up to her elbows, and a lock of lank and colourless hair forever falling into her eye, and her lips continually moving to the words of some street-singer’s or music-hall song? That was me.
Like Molly Malone in the old ballad, I was a fishmonger, because my parents were. They kept the restaurant, and the rooms above it: I was raised an oyster-girl, and steeped in all the flavours of the trade. My first few childish steps I took around vats of sleeping natives and barrels of ice; before I was ever given a piece of chalk and a slate, I was handed an oyster-knife and instructed in its use; while I was still lisping out my alphabet at the schoolmaster’s knee, I could name you the contents of an oyster-cook’s kitchen – could sample fish with a blindfold on, and tell you their variety. Whitstable was all the world to me, Astley’s Parlour my own particular country, oyster-juice my medium. Although I didn’t long believe the story told to me by Mother – that they had found me as a baby in an oyster-shell, and a greedy customer had almost eaten me for lunch – for eighteen years I never doubted my own oysterish nature.
Traduzione italiana
i loro tovaglioli a quadretti - il menu scritto con il gesso su una lavagna - le lampade ad alcool, le fette di burro sudate? Ti ha servito una ragazza dalle guance rosee, dai modi sfacciati e dai riccioli? Era mia sorella Alice. Oppure era un uomo piuttosto alto e curvo, con un grembiule bianco come la neve che scendeva dal nodo della cravatta fino al fiocco degli stivali? Era mio padre. Avete visto, mentre la porta della cucina si apriva e chiudeva, una signora in piedi che guardava accigliata le nuvole di vapore che salivano da una pentola di zuppa di ostriche bollente o da una griglia sfrigolante? Quella era mia madre.
E al suo fianco c'era una ragazza snella, dal viso pallido e dall'aspetto insignificante, con le maniche del vestito arrotolate fino ai gomiti, una ciocca di capelli lisci e incolori che le cadeva continuamente sugli occhi e le labbra che si muovevano incessantemente al ritmo delle parole di qualche canzone di un cantante di strada o di un music-hall? Ero io.
Come Molly Malone nella vecchia ballata, ero una pescivendola, perché lo erano i miei genitori. Gestivano il ristorante e le stanze al piano superiore: sono cresciuta come una ragazza delle ostriche, immersa in tutti i sapori del mestiere. Ho mosso i miei primi passi infantili tra vasche di ostriche addormentate e barili di ghiaccio; prima ancora che mi dessero un gessetto e una lavagnetta, mi hanno dato un coltello da ostriche e mi hanno insegnato a usarlo; mentre ancora balbettavo l'alfabeto sulle ginocchia del maestro, sapevo elencare il contenuto della cucina di un cuoco di ostriche, potevo assaggiare il pesce con gli occhi bendati e dirti di che tipo era. Whitstable era tutto il mio mondo, Astley's Parlour il mio paese, il succo di ostriche il mio mezzo di comunicazione. Anche se non ho creduto a lungo alla storia che mi raccontava mia madre, secondo cui mi avevano trovato da bambina in un guscio di ostrica e un cliente avido mi aveva quasi mangiato per pranzo, per diciotto anni non ho mai dubitato della mia natura di ostricara.
Critica
Il brano ha un tono vivido e immediato, costruito attraverso domande retoriche che coinvolgono il lettore e trasformano la presentazione della famiglia in una piccola scena teatrale. L’autrice usa immagini concrete (il grembiule, la griglia sfrigolante, la lavagna del menu) per dare corpo a figure altrimenti comuni. La traduzione italiana restituisce bene questo realismo, ma perde un po’ della musicalità e della cadenza originale. Nel complesso, lo stile è narrativo e descrittivo, con una vivacità che lo rende più vicino al bozzetto di costume che alla pura memoria personale.