Brano
…buon senso, troppa conoscenza degli stessi originali, per arricciare il naso con affettato pudore, e inopportunamente, di fronte alla loro rappresentazione. Gli spiriti eletti, quelli dal gusto più squisito e raffinato, non si faranno scrupolo di adornare i loro rifugi privati con immagini di nudi, anche se, per assecondare i pregiudizi più comuni, non li considererebbero mai decorazioni appropriate per l’ingresso o il salone.
Dopo questa più che sufficiente premessa, passo direttamente alla mia storia personale. Il mio nome da ragazza era Francis Hill. Sono nata in un paesino vicino a Liverpool, nel Lancashire, da una famiglia estremamente povera e, come devotamente credo, estremamente onesta. Mio padre, avendo ricevuto una ferita agli arti inferiori che lo aveva reso inabile ai lavori più pesanti della campagna, traeva, intrecciando reti, una scarsa sussistenza, non di molto integrata dagli introiti di mia madre che teneva una piccola scuola diurna per le ragazze del vicinato. Avevano avuto parecchi figlioli, ma nessuno era sopravvissuto, all’infuori di me, che ero stata dotata dalla natura di una costituzione perfettamente sana.
La mia educazione, fino ai quattordici anni e oltre, fu semplicemente molto comune; leggere, o meglio compitare, scarabocchiare in modo illeggibile, e ricamare piuttosto grossolanamente, era tutto quello che sapevo fare: inoltre, la mia virtù si fondava unicamente su una totale ignoranza del vizio, e su quella pudica timidezza tipica del nostro sesso, in quella tenera fase della vita in cui le cose allarmano o spaventano più per la loro novità che per qualunque altro motivo: ma poi questa paura troppo spesso guarisce a spese dell’innocenza, quando la signorina, un poco alla volta, comincia a non guardare più all’uomo come a un animale da preda che intende divorarla.
Critica
Scrittura del Settecento, manca di quella vivacità che si trova in altri autori dell’epoca.